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7 dicembre 2014

Dipingendo la Maestà Divina


La croce, il Trono di Gloria, che ho dipinto per la cappella di studentato, è rivestita in gran parte della sua superficie con foglia d'oro, non trattata secondo la tradizionale applicazione, come a fare da sfondo e cornice al Cristo; la preziosità e la luce che emana vogliono essere un chiaro richiamo alla regalità e all'ineffabilità del divino, una sorta di riproposizione delle tessere musive dei grandi mosaici basilicali, che oltre a riflettere la luce, accostavano alla preziosità del materiale utilizzato il significato simbolico della maestà divina.

Oltre la figura centrale del Cristo, ai lati della croce emergono delle finestrelle da cui si affacciano le figure della Vergine Maria e di san Giovanni il discepolo amato; in alto oltre il titulus crucis che riporta per esteso l'iscrizione “Gesù Nazareno Re dei Giudei” in ebraico, aramaico e latino (cfr.Gv 19,19), ecco che si affaccia il Padre Eterno e lo Spirito Santo che dominano tutta la scena. Da notare che ai lati si aggiungono altre quattro finestrelle che ripropongono  San Pietro e San Paolo in alto e in basso San Domenico e Santa Caterina da Siena.

Nell'incrocio degli assi della croce, quattro serafini ed a scendere un disegno geometrico-floreale che vuol ricordare la moltitudine degli angeli e i seggi dei vegliardi che stanno attorno al trono dell'Altissimo, trono che ha come base e struttura i quattro esseri viventi (posti alla base della croce) che stanno alla sua presenza  e che nell'iconografia cristiana sono diventati i simboli dei quattro evangelisti: il leone, l'aquila, il bue e l'angelo.

Questi  fungono da corona ad uno spazio circolare bianco, una chiara allusione al corpo di Cristo che ci è donato nell'Eucaristia. Qui emergono degli oggetti particolari da un lato la spugna inzuppata di aceto su di una canna e la lancia che trafisse il costato, dall'altra parte degli oggetti che evocano la regalità di Cristo, la verga d'argento che è il suo scettro e la spada a doppio taglio che è la sua parola. Una particolarità coinvolge questi simboli, dei rami di ulivo che richiamano la presenza dei giusti al cospetto di Dio.

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Fra Michele Domenico Maria Spinale o.p.


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