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9 febbraio 2015

La lotta interiore - parte Iª: l’esame di coscienza


Iniziamo il nostro viaggio in quel mondo misterioso che è la vita interiore. Come degli esploratori cercheremo di districarci in quella terra inesplorata che è la nostra anima avanzando con circospezione e prudenza. Per crescere nella vita spirituale non basta affidarsi a guide esperte che conoscono il cammino e le insidie del percorso, ma occorre rivestirsi di quelle armi spirituali che ci permettono di difenderci dai nemici della nostra salvezza (il demonio, il mondo, la carne). Descriveremo dunque alcune di queste armi in modo da divenire veri milites Christi, soldati di Cristo, pronti a combattere la buona battaglia della fede (2 Tm 4,7), il combattimento per la nostra eterna salvezza.
L’esame di coscienza


a) Definizione
Per formulare una definizione di questa pratica interiore ci affidiamo all’esperienza di P. Antonio Royo Marìn. Nel suo prezioso libro, “Teologia della perfezione cristiana”, descrive così l’esame di coscienza: “una inquisizione della nostra coscienza per verificare gli atti buoni o cattivi che abbiamo compiuto e, soprattutto, l’attitudine fondamentale della nostra anima di fronte a Dio e alla nostra santificazione”. Esso non deve divenire una mera introspezione psicologica né una contabilità matematica delle mancanze, in tal modo si trasformerebbe in fonte di scoraggiamento, scrupolo ed inquietudine; ma in un cammino fecondo di conoscenza di sé alla luce dell’amore di Dio. Consiste in definitiva, nel “rientrare in sé stessi” di evangelica memoria (Lc 15,17), per ritornare alla casa del Padre. L’anima può essere paragonata ad una stanza chiusa; tanto più si spalanca la finestra e vi penetra la luce, tanto più è possibile notare la polvere e i difetti. Ma come conoscere i propri difetti? Ognuno di noi possiede una combinazione di temperamento, qualità umane e spirituali unica che richiede una conoscenza attenta che dura tutta una vita. Tuttavia nelle sue linee essenziali la nostra personalità emerge dalle circostanze concrete della vita quotidiana. Il nostro modo di relazionarci, di parlare, di mangiare, di studiare, di affrontare le novità, di giocare, i nostri gusti ed interessi ecc. ci daranno una grande mole di dati da analizzare. Questa conoscenza di sé tuttavia devo poi condurre ad una vera contrizione, dolore d’amore, e ad un proposito fermo e concreto di mutamento là dove si riscontrano insuccessi. “La tua vita interiore dev’essere proprio questo: cominciare… e ricominciare” (San Josémaria Escrivà, Cammino, 292). 

b) Tipologie
È possibile classificare l’esame di coscienza in tre tipologie:
1. L’esame di previsione: da compiersi la mattina appena svegliati, esso consiste in un valido mezzo per pianificare la propria giornata, rinnovare propositi e prevedere difficoltà e situazioni pericolose, riportare alla mente il proprio programma di riforma di vita, esaminare i propri stati d’animo per approfittare dei positivi e rettificare i negativi
2. L’esame particolare: tale pratica è una vera arma d’attacco spirituale. Infatti attraverso questo esame si convogliano tutte le forze su un punto particolare di lavoro per acquistare una determinata virtù o sradicare un vizio. Risulterà proficuo mantenere una bilancio scritto della cadute e delle vittorie in modo da monitorare l’andamento della propria crescita
3. L’esame di coscienza generale: è bene esaminarsi almeno una volta al giorno, specialmente la sera. Tuttavia un cammino di perfezione serio comporta anche l’abitudine di esaminarsi a metà giornata. In questa pratica, oltre ad analizzare il proprio andamento nell’esame particolare, è necessario osservare tutta la giornata alla luce di Dio, individuando i peccati commessi (parole, opere, pensieri, omissioni), le cause e le loro radici più profonde. Esso non deve divenire solo un conto in negativo delle mancanze ma anche una felice constatazione dei propri progressi nell’amore che spingano al ringraziamento e all’affidamento a Dio. In sintesi ci aiuterà a fotografare la fisonomia del nostro cuore. Per coglierla sarà davvero utile domandarsi: “Oggi, dov’era il mio cuore?”. La risposta sarà immediata e ci aiuterà a orientare sempre meglio la nostra anima verso la sorgente della vita. Il cuore infatti è il luogo della decisione, il nostro santuario interiore. Prendere “in mano” il nostro cuore per osservarlo ci permetterà di accertare chi sia il suo inquilino: lo Spirito Santo o il nostro egoismo. Esso ci indicherà la direzione della nostra vita: verso Dio o verso noi stessi.


c) Schema di esame di coscienza generale
Di seguito una semplice proposta per mettere in
pratica questo esercizio:

1. Invocazione allo Spirito Santo: senza la sua luce non è possibile conoscersi
2. Ringraziare Dio per i benefici ricevuti
3. “Dov’è il mio cuore”?
4. Esame particolare: esaminarsi su il punto specifico (virtù, disposizione interiore ecc.) nel quale si vuole crescere
5. Esame del proprio programma di vita: area spirituale, apostolica, intellettuale/lavorativa, umana
6. Esame dei propri peccati (pensieri, parole, opere ed omissioni)
7. Contrizione
8. Proposito concreto
9. Pater Noster
10. Affidamento alla Vergine SS.ma e ai santi

Questa prima arma spirituale che abbiamo tratteggiato nelle sue linee essenziali può risultare davvero efficace nella nostra lotta interiore e nel nostro cammino verso Dio. Tuttavia la sua capacità trasformante è vincolata alla nostra perseveranza. Ci imbatteremo in momenti nei quali ci sentiremo abbandonati da Dio e tutto sembrerà sbriciolarsi nelle nostre mani. In questi periodi di desolazione non dovremo rassegnarci allo scoraggiamento ma rialzarci con pazienza, ricordando la bella espressione di Pascal:”Io non ti cercherei e se non ti avessi già trovato”.

   Fr. Daniele Benedetto Maria Cassani o.p.

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