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28 maggio 2015

Incontrare la volontà di Dio



Il discernimento è l’arte di incontrare la volontà di Dio nelle situazioni concrete di vita che ci troviamo ad affrontare: esso non potrà mai riguardare qualcosa di male. Se l’orazione è un’arma efficacissima nel combattimento spirituale il discernimento degli spiriti è un’arte difensiva. È necessario conoscere i nemici della nostra anima e saperci difendere.

Iniziamo a presentare sinteticamente delle regole sempre valide su questo tema tanto vitale quanto dimenticato basandoci sugli Esercizi Spirituali di Sant’Ignazio di Loyola.


Qualità richieste per un buon discernimento:
1) Desiderio di compiere la Volontà di Dio
2) Apertura a Dio: cercare Dio e non le proprie idee di Dio. Lo Spirito Santo rende aperti al Signore. È necessario scegliere Dio come unico fine e non fare dei mezzi il fine. In omnia respice finem
3) Conoscenza di Dio: occorre una conoscenza connaturale di Dio che permette di intuire ciò che piace e ciò che non piace al Signore (discreta caritas). Il direttore spirituale è colui che possiede una conoscenza ed esperienza di Dio profonde e di conseguenza è in grado di aiutare a determinare ciò che Lui chiede
 
 
Qualità del cuore per un buon discernimento:
1) Umiltà: sano dubitare di sé e docilità nel lasciarsi guidare. Distinguere tra compiere l’opera di Dio (ciò che Lui vuole) e lavorare per Dio (ciò che vogliamo per Lui)
2) Carità: non disprezzare i punti di vista altrui
3) Coraggio: di rischiare. A volte è possibile comprendere ciò che Dio chiede ma non il motivo, il perché. Occorre pazienza
Avvertenze sull’oggetto del discernimento
- Non mettere mai in discussione scelte immutabili prese validamente a suo tempo
- Non porre in esame decisioni mutabili se abbiamo già scelto con rettitudine e nel modo giusto (E.S. 170-174)
- Se una scelta immutabile non è stata fatta con rettitudine, cioè senza inclinazione disordinata, dopo essersi pentiti, si dovrà cercare di condurre una vita onesta in quella medesima elezione (E.S. 172)
- È necessario che tutte le cose oggetto della nostra scelta siano indifferenti o in se stesse buone e che siano ammesse nell’ambito di Santa Madre Chiesa Gerarchica e che non siano cattive o in contrasto con essa (E.S. 170)
- Raccogliere dati ed informazioni è lavoro previo al discernimento vero e proprio


Tre circostanze per fare una buona scelta:
- Tempo della rivelazione: è piuttosto raro. Si verifica “quando Dio stimola ed attira tanto la volontà, che l’anima fedele, senza dubitare né poter dubitare, segue quello che le viene mostrato” (E.S. 175). Pensiamo alla vocazione di San Paolo o di San Matteo. Non vi è incertezza dunque non vi è nulla da discernere
- Tempo della ragione: non vi è niente da discernere perché sembra che Dio non dica propria nulla all’anima. È un tempo di tranquillità” perché pare che Dio ci lasci alle nostre facoltà naturali. Non si avvertono ne consolazioni ne desolazioni. È possibile applicare due metodi di discernimento tramite le facoltà naturali:
a) Richiamare alla mente la questione da decidere e in un secondo tempo il fine per il quale si è creati. Quindi, in uno spirito di indifferenza o distacco e dopo aver pregato, riflettere enumerando (magari per iscritto) vantaggi e svantaggi di ogni alternativa. Si vada infine dalla parte verso la quale protende la ragione, senza alcun influsso della sensualità
b) Uso dell’immaginazione: 3 esercizi: considerare cosa direi ad un’altra persona che si trova dinanzi alla mia stessa scelta; immaginarmi in punto di morte e chiedermi che cosa preferirei aver scelto; immaginarmi come mi troverò nel giorno del giudizio
 

- Seconda circostanza: è il momento del vero discernimento: “Quando attraverso l’esperienza delle consolazioni e delle desolazioni e attraverso quello del discernimento degli spiriti si raggiunge una grande chiarezza di idee” (E.S. 176).
Dopo le procedure del tempo della ragione è necessario porsi davanti a Dio per offrirGli le deliberazioni affinché Egli le confermi. Come è possibile comprendere le conferme o meno di Dio? Attraverso il vero discernimento cioè quello della fase detta della “seconda circostanza”.

Le tattiche di Dio e quelle del nemico: consolazione e desolazione
La prima settimana degli esercizi spirituali è un momento di fatica e di sofferenza poiché l’anima sperimenta la sua nudità dinanzi a Dio, comprendendo il ruolo marginale che Dio ha avuto nella sua vita. In questa prima fase Sant’Ignazio offre delle regole specifiche per “avvertire e conoscere in qualche modo i vari movimenti che avvengono nell’anima: per trattenere i buoni e per respingere i cattivi”. Questo periodo è caratterizzato dalla desolazione. Il demonio cercherà di scoraggiare l’anima cercando di convincere il principiante che le sue esigenze di conoscenza sono irragionevoli e psicologicamente malsane.


Analizziamo i singoli elementi di questa fase:
a) Il termine “in qualche modo” ci ricorda che il discernimento è graduale e riformabile. Dio rivela la Sua Volontà passo dopo passo e chiede di affidare a Lui il futuro
b) “Vari movimenti che avvengono nell’anima”:
- Consolazione: può assumere diverse forme: infiammarsi d’amore per Dio; versare lacrime per i peccati o per la passione del Signore; aumenti di fede, speranza e carità, attrazione per le cose celesti ecc. Il denominatore comune è la pace nel Signore.
 Sant’Ignazio per descrivere la consolazione parla di sentimenti: sono i sentimenti che sono oggetto del discernimento non i pensieri. Essi sono la materia prima della nostra esperienza di Dio. Tuttavia essi sono ingannevoli per questo vanno valutati razionalmente
- Desolazione: può assumere varie forme: oscurità dell’anima, turbamento, inclinazione alle cose terrene, tentazioni, agitazioni, sfiducia, tristezza, tiepidezza, pigrizia ecc. Denominatore comune è la perdita di pace
In conclusione oggetto della consolazione e della desolazione sono i sentimenti che portano a pensieri ed impulsi all’azione. Il discernimento coinvolge tutta la persona: i sentimenti saranno così la materia del discernimento; l’intelletto ne giudicherà la fonte e la validità; la volontà verrà mossa all’azione basandosi su tale giudizio.
Abbiamo offerto una breve presentazione delle disposizioni necessarie e delle qualità richieste per un buon discernimento nonché le tattiche usate da Dio e dal nemico nella lotta spirituale: la consolazione e la desolazione. Nella prossima puntata analizzeremo dettagliatamente queste movimenti interiori per divenire soldati esperti nel combattimento interiore.


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